Tales of Mystery and Imagination

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Daniele Luttazzi (Daniele Fabbri): Cappuccetto splatter




C'era una volta una giovanissima modella ungherese asmatica e senza scrupoli che tutti odiavano a causa della sua stronzaggine, specialmente la sua agente, che tuttavia non poteva permettersi di perderla. Un giorno le regalò una cuffietta porta-inalatore di velluto rosso per il suo Ventolin spray tascabile. Era una creazione di Mark Kostabi che le stava a meraviglia. La piccola la indossava sempre; fu cosi che presto, nel giro, presero a chiamarla Cappuccetto rosso.
Alla vigilia di un rave-party allo «Shocking» di Milano la sua agente le disse: - Senti, Cappuccetto rosso, eccoti una confezione di Serax, una benzodiazepina an-siolitica. Portala al vecchio *** [uno stilista in disarmo]; sta fatturando poco ed è isterico e si sentirà rinascere. Parti subito, o il traffico del fine settimana ti impedirà di procedere oltre corso Buenos Aires. Ma di' al tassista di non correre: pioviggina, e i fotografi di moda tendono a non assumere modelle semicarbonizzate da incidenti d'auto. Non ancora, almeno.
- Cercherò di fare tutto per bene, mammina, - rispose Cappuccetto rosso con una voce blesa che mandava tutti quanti affanculo, ciao.
Lo stilista abitava a due minuti di cammino dalla discoteca in oggetto, in un palazzo poco distante dal residence «Principessa Clotilde». La piccola scese dal taxi, dal buio le venne incontro il Marco con un ombrello Knirps. Cappuccetto rosso non sapeva quanto quel P.R. fosse cattivo e non ebbe paura.



- Buonasera, Cappuccetto rosso! - egli le disse, camicia di cotone e cravatta di Perry Ellis, per il resto leggermente fashion vìctim.
- Grazie, P.R.
- Dove vai cosi di buon'ora? -Da***.
- E che cos'hai nello zainetto [Prada, NdR]?
- Pasticche di Serax. Un omaggio della mia agenzia. *** è sotto pressione e le gradirà senz'altro. Gli faranno bene.
- E ci vai a piedi ? Hai ancora una buona mezz'ora di strada da qui, - menti il P.R. senza alcun imbarazzo, dopo aver pensato: Che buon bocconcino questa tenera bimba! Sarà certo migliore del vecchio ***. Caro mio: se fai le cose con astuzia, te li pappi tutti e due!
Si mise accanto a Cappuccetto rosso, le cinse la vita e le disse: - Guarda, Cappuccetto rosso, se vuoi posso accompagnarti con la mia Twingo. Salgo un secondo a fare una telefonata. Vieni con me ?
Cappuccetto rosso alzò gli occhi e vide allora quanto fosse meravigliosamente italiano il volto di quel P.R. Pensò: «È ancora cosi presto. Arriverò in tempo comunque».
Sali in camera col Marco, si sdraiò sul letto e si mise a guardare la Tv. Ogni volta che col telecomando si fermava su un canale, le pareva che non fosse mai bello quanto il precedente, e passando cosi di programma in programma si inoltrò sempre più nel fitto dei palinsesti.
Il Marco, invece, andò dritto dritto fino al loft di *** e suonò al videocitofono.
- Chi è ? - chiese una voce da dentro.
- Sono io, Cappuccetto rosso. Ti porto un po' di Serax. Apri!
- Ultimo piano, bimba mia, - rispose ***', - scusami se non ti vengo incontro ma sto facendo yoga.
Il P.R. arrivò all'ultimo piano, spinse il portone e d'un balzo fu addosso al povero ***. Le sue mani inguantate strinsero le carotidi di *** con tale violenza
che lo sbalzo pressorio fece esplodere l'occhio sinistro del malcapitato con un tenero pop! La faccia di *** si contrasse in una smorfia bizzarra. Un funicolo viscido composto da umor acqueo, umor vitreo, sangue e tessuti sclerali gli scese lungo la guancia. *** si dimenava in modo patetico, ore di kundalini lo avevano rammollito. Il P.R. lasciò la presa e si mise a colpire a casaccio la testa verdastra di *** con un manubrio da culturista (2 kg e mezzo) trovato nell'angolo. Tonfi sordi e immorali fratturarono il setto nasale di *** e le sue ossa temporo-parietali. Il liquor cefalo-rachidiano, con un gorgoglio ributtante, cominciò a sgorgare dalle narici e dai meati uditivi esterni. Trascinato il corpo dentro la doccia-idromassaggio Teuco, il Marco apri il getto dell'acqua calda e in una nuvola di vapore prese a disossare *** con un bisturi Letraset. Poi passò alla cassa toracica. Il primo fendente intercostale fu salutato da un sibilo agghiacciante. Il dolore acutissimo risvegliò lo stilista quel tanto da consentirgli di vomitare carciofini Saclà prima di svenire di nuovo. Nel frattempo la sua massima pompava il sangue attraverso le ferite da taglio, schizzando tutt'intorno. Il P.R. gli apri l'addome ed ebbe tutto il tempo di allestire sugli scacchi bianchi e neri del pavimento di maiolica una mostra estemporanea di visceri d'artista rosso-bluastri. *** defecò per riflesso involontario. Il P.R., irritato dal puzzo, avvicinò la bocca all'inguine di ***, lo castrò con un morso deciso e sputò lo scroto nel bidet. *** si svegliò urlando in preda a emozioni miste, e stavolta il Marco soffocò i suoi strilli con una spruzzata di spermicida Glaxo. Quindi gli recise la trachea per impedirgli di soffocare, asportò la laringe e pizzicandone con maestria le corde vocali ne cavò il ritornello di Quando dico che ti amo, un hit di Tony Renis. Segare il resto del corpo in cubetti da un decimetro col coltello per il grana fu uno strazio. Il P.R. divorò i primi due con una gioia panica, ripose gli altri nel freezer, fece una doccia, indossò un pigiama pulito, si cacciò sotto il piumone Bassetti e spense la luce.

Cappuccetto rosso aveva continuato a guardare la Tv e, dopo averne vista abbastanza da esserne nauseata, si ricordò di ***, usci dal residence e riprese il cammino. Piovigginava ancora.
Quando arrivò, si meravigliò di trovare il portone spalancato. Raggiunse l'ultimo piano, entrò, ma sentendo quello strano silenzio provò una certa impressione e pensò: «Che paura mi fa oggi questo loft, cazzo, eppure qui ci vengo sempre cosi volentieri! »
Alzò la voce e gridò: - Buonasera!
Nessuno rispose. Allora la piccola entrò in cucina, si avvicinò al frigo e lo apri. Eccolo il vecchio ***! Ma che aspetto strano aveva!
- ***, che orecchie tumefatte hai! Nessuno rispose.
- ***, che occhiacci sbarrati hai! Nessuno rispose.
- ***, che manone monche hai! Nessuno rispose.
- ***, che labbra spaventosamente squarciate hai!
- Per mangiarti meglio! - disse una voce alle sue spalle. Cappuccetto rosso non fece in tempo a rabbrividire, che il Marco, illuminato nel buio da un frigo che conosceva Caravaggio, già le aveva spaccato la zucca con un posacenere Memphis. Cappuccetto rosso annaspò, gli occhi ruotati verso l'alto. Si aggrappò disperatamente ai ripiani del frigo, rovesciando in terra mozzarelle, verdure cotte e pezzi di ***. Il P.R. si eccitò, e continuò a percuoterla con una mano e a masturbarsi con l'altra finché non l'ebbe abbattuta. Cappuccetto rosso stramazzò bocconi sul pavimento, in agonia. Il Marco le prese una spalla, la girò e le montò a cavalcioni sulle tette appena in tempo per venirle in faccia con un getto violento di sperma giallo, denso e abbondante. Sperma vecchio. Poi, estenuato, si asciugò il cazzo coi capelli di lei. Quindi le scroccò un tiro di Ven-tolin, che gli procurò un forte senso di vertigine. Si alzò. Le gambe gli tremavano. Si guardò intorno. A quel punto gli venne una buona idea. Strappò il filo
elettrico dal tostapane e se ne servi per legare Cappuccetto rosso al termosifone. Le sollevò la gonna Complice, le strappò le mutandine Triumph e passò i successivi dieci minuti a bruciacchiarle i peli del pube col laser del Sony Discman di ***. Un odore nauseabondo saturò la stanza. «Se la disperazione ha un odore, questo è l'odore della disperazione! » pensò il Marco grattandosi la fronte con le unghie lorde di sangue. Poi divaricò le gambe di Cappuccetto rosso e si accani sulla sua vulva con un frullino elettrico Moulinex. Sfaldatale la mucosa vaginale in un etto purpureo di macinato vivo, afferrò un coltello elettrico AEG e le asportò delicatamente il clitoride mentre lo sfintere anale si contraeva. Lo sfintere anale di entrambi. Strisciò il clitoride dentro un vasetto di senape Kraft e se lo mangiò. Poi applicò le veloci lame seghettate dell'AEG al polso destro di Cappuccetto rosso. L'osso sfrigolò con uno stridio che gli fece accapponare la pelle. Era come se il piccolo coro dell'Antoniano si fosse messo a scarabocchiare una lavagna con gessetti amplificati. Il P.R. rise di gusto vedendo la mano amputata che, scossa da contrazioni cloniche autonome, si spostava da sola finendo sotto il tavolo Bulthaup. La mano sbatté contro la parete di fondo per due minuti, prima che le contrazioni cessassero del tutto. Il P.R. azzannò i piccoli seni di Cappuccetto rosso come fossero budini di panna cotta e li ingoiò, mentre quella, in coma, vomitava bile e urinava sangue e piscio; il resto del corpo lo fece a pezzi con un coltellaccio da macellaio sul batticarne. Un lavoro assiduo, le mani appiccicose di poltiglia organica e capelli. Recuperò dal freddo i decimetri cubi di ***, macerò questi e quelli con aceto balsamico Fini, filtrò la melassa ottenuta con un canovaccio Zuc-chi e ne ingurgitò il taso insieme con una pastiglia di Serax e mezza bottiglia di Ferrarelle. Quindi, sazio e contento, fece una scoreggia, si cacciò di nuovo sotto il piumone, s'addormentò e cominciò a russare rumorosamente.
L'agente di Cappuccetto rosso, preoccupata di non vederla al party dello «Shocking», passò davanti all'appartamento. Sentendo russare s'insospetti, entrò, s'avvicinò al letto e vide il P.R.
- Eccoti qui, brutto birbante! - esclamò. - Per quanto tempo t'ho cercato!
Voleva prenderlo a schiaffi per una vecchia ruggine, ma le venne in mente che forse il P.R. aveva divorato *** e Cappuccetto rosso, e che entrambi avrebbero potuto ancora essere salvati. Soffocò il P.R. addormentato con un soffio di cipria Joe Blasco, prese un trinciapollo Philip Starle e cominciò a tagliargli il ventre. Dalle incisioni sanguinolente vide spuntare la sagoma del porta-inalatore di Kostabi in mezzo alle interiora rigonfie e infartuate. Diede un altro colpo di forbici ed ecco sgusciare fuori la modella gridando: - Potevi arrivare più tardi! Cazzo! Non sai che incubo!
Anche il vecchio *** ne usci sano e salvo, ma lo shock non lo faceva dormire.
- Le ho portato delle pasticche di Serax, un ansiolitico, - gli disse Cappuccetto rosso. - Ne prenda due, si sentirà subito meglio.
- E la tua asma allergica, bimba mia? - le chiese ***.
- To', è sparita, - notò Cappuccetto rosso. Ma nella sua testolina pensava: «Cazzo, non voglio più andare a zonzo per Milano, quando la mia agente me lo ha proibito ! »

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